Rischi della terapia ormonale sostitutiva

Quando inizia la menopausa e diminuisce progressivamente la produzione di ormoni nelle ovaie, molte di noi accusano i tipici sintomi della menopausa. In alcuni casi, i disturbi climaterici sono lievi, in altri possono essere piuttosto gravi fino al punto di diventare un vero e proprio impedimento.

Fino a pochi anni fa, per questi casi gravi si pensava subito alla terapia ormonale sostitutiva (TOS). Oggi, a causa dei notevoli rischi che comporta, non è più il trattamento standard, ma fortunatamente si tratta di un’eccezione.

Quando è troppo è troppo

Ci sono donne che assumono per anni preparati a base di ormoni. Sia come misura preventiva che per contrastare i disturbi conclamati. La lobby farmaceutica è riuscita a dipingere i sintomi della menopausa come una malattia che può essere sconfitta solo con i medicinali. Adesso sappiamo che non è proprio esattamente così.

Fino a quando la terapia ormonale sostitutiva era lo standard per trattare i sintomi climaterici, prevedeva la somministrazione di combinazioni di estrogeni e progestinici. Nelle donne alle quali era stato asportato l’utero, si utilizzavano invece preparati contenenti esclusivamente estrogeni. In molti casi si proseguiva il trattamento anche dopo la menopausa. All’epoca si diceva che sarebbe stata una protezione efficace contro le malattie legate all’avanzare dell’età come l’osteoporosi.

Le nuove scoperte hanno contribuito a cambiare la mentalità

Oggi però le cose vengono viste in maniera differente, ormai i ricercatori conoscono meglio i rischi della terapia ormonale. È soprattutto il maggiore rischio di cancro al seno ad essere considerato una controindicazione per la somministrazione di ormoni sintetici. Lo hanno appurato due studi effettuati nel 2002 e 2003.

È stato accertato che il rischio di sviluppare un cancro al seno aumenta notevolmente dopo cinque anni di assunzione di un preparato a base di una combinazione chimica. Più a lungo dura la terapia e più aumenta il rischio. Uno studio inglese del 2003 riporta che anche con le terapie chimiche a base di una sola sostanza il risultato non cambia.

Il maggior rischio di ammalarsi di cancro alle ovaie è stato dimostrato da ricercatori danesi in uno studio del 2009. In questo contesto è stata esaminata criticamente sia la terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni che quella a base di estrogeni e progestinici. Studi precedenti avevano dato origine a questo sospetto. Chi aveva fatto ricorso alla terapia ormonale sostitutiva poteva contare sulla normalizzazione del rischio di ammalarsi solo dopo due anni dalla sospensione del trattamento.

E se tutto ciò non bastasse, un approfondito studio americano, sempre del 2009, ha dimostrato che la probabilità di contrarre un cancro ai polmoni e addirittura di non riuscire a superarlo, aumenta con l’assunzione di ormoni artificiali.

Chiedete al medico informazioni sui rischi e gli effetti collaterali

I risultati ottenuti dagli oncologi hanno integrato la gamma di rischi già noti come le embolie, le trombosi, gli ictus e le frequenti infezioni alle vie urinarie.

Data questa situazione, occorre chiarire in stretta consultazione con il ginecologo, se la terapia ormonale sostitutiva sia effettivamente il metodo più adatto. In caso di vampate di calore insopportabili o osteoporosi marcata potrebbe essere indicata la somministrazione con il dosaggio minimo. Di norma, la terapia ormonale sostitutiva dovrebbe essere prescritta solo alle donne che lamentano disturbi particolarmente gravi. E in ogni caso, la terapia non dovrebbe durare a lungo, ma essere seguita per un periodo limitato di tempo.

Per fortuna al giorno d’oggi la medicina ha a disposizione numerosi rimedi e trattamenti alternativi.